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D O M -
pratiche di abitazione nel paesaggio

IT


DOM- è un progetto di ricerca nato nel 2013 dalla collaborazione tra gli artisti Leonardo Delogu e Valerio Sirna. Nel corso degli anni altr* artist* hanno allargato e trasformato la conformazione del collettivo a seconda del progetto: Hélène Gautier, Mael Veisse, Arianna Lodeserto.

DOM- indaga il linguaggio delle arti performative, contaminandolo con l'approccio militante delle Environmental Humanities e con le istanze e gli immaginari delle ecologie femministe e queer. La ricerca ruota attorno al rapporto tra corpi e territori, investigando il nodo della permeabilità e osservando come potere, natura, cultura e marginalità interagiscono nello spazio pubblico.

Sperimentando la tensione tra permanenza e attraversamento, tra stanzialità e nomadismo, DOM- si occupa della creazione di peculiari pratiche di abitazione, legate allo spazio e al tempo della produzione artistica.

L’interesse di DOM- è spesso rivolto all’esplorazione di formati ibridi che scaturiscono dalla sinergia e dall’ascolto delle forze in campo, umane e non umane, metereologiche e compositive, mitologiche e future.

DOM- costruisce opere performative, camminate, giardini, testi, conferenze e dibattiti, opere audiovisive, workshop, dj-set e feste.

Alcune opere degli ultimi anni quali L’uomo che cammina, Désert/rituals for landscapes, MU/metafisica urbana, MAMMA ROMA_ Esplorazioni urbane / Pratiche della percezione, Moto celeste sono stati presentate in diversi festival nazionali ed internazionali. DOM- ha realizzato diversi progetti di comunità tra cui MIST/FOSCHIA/rituals for landscapes (progetto vincitore del bando OpenAgri del Comune di Milano), ROMA NON ESISTE – chiamata pubblica per una comunità nomade (progetto vincitore del bando dell’Estate Romana del Comune di Roma), CORALE (progetto artistico collettivo nelle aree del terremoto del Centro Italia).

​Nel 2019 a DOM- viene assegnato il Premio Rete Critica come miglior progetto artistico e di compagnia. Nello stesso anno il collettivo entra a far parte di Oceano Indiano, il progetto di produzione e di residenza artistica del Teatro India – Teatro di Roma. Durante la quarantena del 2020 DOM- ha realizzato per Radio India la trasmissione Nausicaä. Vivere tra le rovine.

ENG

DOM- is a research project born in 2013 from the collaboration of the artists Leonardo Delogu and Valerio Sirna. Over the years other artists and researchers has gathered the collective, changing its shape depending on the project: Heléne Gautier, Mael Veisse, Arianna Lodeserto.

DOM- investigates the language of performing arts, contaminating it with the Environmental Humanities’ militant approach and the eco-anarcoqueers’ issues and imagination. Its practice revolves around the relation between bodies and landscapes, questioning the tangle of permeability, and observing how power, nature and marginality interact in the public space. 

It engages in the transmission of peculiar in-habiting practices, linked to the space and time of artistic creation and territorial planning. 

The interest of DOM- is often directed to the exploration of hybrid formats that arise from synergy and listening to the forces in the field, human and non-human, meteorological and compositional, mythological and future. 

DOM- builds performances, workshops, walks, gardens, audio-visual projects, dj-sets and parties. Some works of the past years, such as L'uomo che cammina, Désert/rituals for landscapes, MU/metafisica urbana, MAMMA ROMA_ Esplorazioni urbane / Pratiche della percezione, Moto celeste have been presented in several national and international festivals. DOM- has realized several community projects including MIST/FOSCHIA/rituals for landscapes (project winner of the OpenAgri call of the Municipality of Milan), ROMA NON ESISTE - public call for a nomadic community (project winner of the Roman Summer call of the Municipality of Rome), CORALE (collective artistic project in the earthquake areas of Central Italy).

In 2019 DOM- is awarded the Premio Rete Critica as the best artistic project. In the same year the collective becomes part of Oceano Indiano, the Teatro India - Teatro di Roma’s production and artistic residence program. During the lockdown in the spring of 2020 DOM- has realized the radio transmission Nausicaä. Vivere tra le rovine.
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​LEONARDO DELOGU

Lavora come ricercatore sul movimento e il paesaggio, è performer e formatore.

Nasce a Narni, in Umbria, nel 1981. Inizia gli studi di teatro nel 2002 con la Scuola Europea per lʼattore realizzata da Emilia Romagna Teatro per la direzione artistica di Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri del Teatro Valdoca. Qui studia fra gli altri con Danio Manfredini, Catia dalla Muta, Gabriella Rusticali, Carolina Talon Sampieri, Rhuena Bracci. Dopo la scuola entra nella compagnia e lavora praticamente in tutti i principali lavori prodotti fino ad oggi.

Dal febbraio 2009 a giugno 2010 fa parte del gruppo di lavoro biennale sulle Nuove scritture per la danza contemporanea diretto da Raffaella Giordano. Da questa esperienza fonderà insieme ad altri 11 artisti famigliafuchè, collettivo di giovani attori e danzatori impegnati nello studio del corpo e dellʼimprovvisazione. Prosegue lo studio sul movimento  con la compagnia di danza catalana Malpelo e con Claude Coldy, con il quale intraprende la formazione triennale in Danza Sensibile®. Nel 2009 comincia un personale percorso di ricerca con il progetto Tabula rasa -Tu sei dunque venuto in questa casa per distruggere. Nel 2012 apre una nuova fase di lavoro attraverso i percorsi formativi Camminare nella frana nel 2011 e Piccola scuola nomade nel 2012 che confluiranno nel 2013 nel progetto King sostenuto da Armunia e Santarcangelo Festival internazionale del teatro in piazza. Nel 2014 insieme a Valerio Sirna ed Hélène Gautier dà vita al progetto DOM-, sotto il cui nome firmerà gli ultimi progetti. Tra le numerose collaborazione intessute negli anni, spicca quella con il paesaggista francese Gilles Clèment e il collettivo Coloco.

Negli anni ha curato molti progetti culturali come ideatore e organizzazione tra cui: Associazione demetra/Centro di Palmetta, Ternifestival della creazione contemporanea, Nutrimenti.

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VALERIO SIRNA

Artista, performer e ricercatore.

​Laureato in Lettere e Filosofia con una tesi in filologia d’autore, ha affiancato agli studi umanistici una formazione nelle arti sceniche e nella danza contemporanea, sviluppando poi un particolare interesse nell’osservazione e nella rappresentazione dello spazio urbano.

Nel 2011/12 ha frequentato il biennio Scritture per la danza contemporanea diretto da Raffaella Giordano. Nel 2014 insieme a Leonardo Delogu ed Hélène Gautier dà vita al progetto DOM-. Tra il 2013 e il 2016 partecipa al triennio di formazione per inseganti in Danza Sensibile, con la guida di Claude Coldy. Nel 2014 dà inizio al progetto MAMMA ROMA_Esplorazioni urbane / Pratiche della percezione. Nel 2018 ha frequentato il master Studi del Territorio -Environmental Humanities presso l’Università degli Studi Roma Tre. 

​Come interprete, ha collaborato con diverse compagnie, regist* e coreograf*, tra cui: Silvia Rampelli/Habillè d'eau (Euforia – Premio Ubu Miglior Spettacolo di Danza 2018; Abstract – un’azione concreta), anagoor (Orestea), Deflorian/Tagliarini (Quando non so cosa fare cosa faccio?), Teatro Valdoca (Cage’s Parade), Giorgio Rossi (Sulla felicità), Massimo Popolizio (Ploutos), ricci/forte (Some Disordered Christmas Interior Geometries), Michele Rizzo (Spacewalk), Strasse (Drive in #4).  Nel 2017 è sul set del film Capri Revolution, con la regia di Mario Martone. Nello stesso anno inizia la creazione, insieme alla collega Elisa Pol, dell'opera I Giardini di Kensington (finalista al Premio Scenario 2017).


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HÉLÈNE GAUTIER

Danzatrice e performer, nasce nel 1987 in Francia.

Comincia a danzare con Richard Mégret, poi continua la sua formazione di danza seguendo l’insegnamento di Nina Dipla. Importante saranno anche gli incontri con i fratelli Ben Aïm, Ariane Lagneau per lo studio del clown, Cinzia Delorenzi, Raffaella Giordano, Nacera Belaza e Elsa Wolliaston.
Dal 2010 al 2012 danza nella creazione Kyma (Onda) di Nina Dipla, inspirata ai poemi di Rûmi. Nello stesso periodo crea il trio Piccole Marquisakis con Francesca Saraullo e Mairi Pardalaki.

Nel 2012 si trasferisce in Italia dove partecipa alla Piccola Scuola Nomade – Camminare nella frana condotta da Leonardo Delogu. Nel 2013 raggiunge il progetto King, che indaga i campi del teatro e del nomadismo, dentro ai festival di Castiglioncello e Santarcangelo. Presso l'Associazione Culturale dello Scompiglio di Lucca partecipa poi alla creazione Nella casa c’è un pino che brucia.

La ricerca con Leonardo Delogu e Valerio Sirna prosegue dentro DOM- con la performance L’Uomo che cammina, che debuta al festival di Terni a settembre 2015. Nello stesso anno danza anche nell’ opera lirica I Bassaridi a Roma, regia di Mario Martone e movimenti di Raffaella Giordano, e nel progetto Riabitare il futuro di Francesca Saraullo e Gisela Fantacuzzi che si sposta nei piccoli paesi dell' Abruzzo. 


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ARIANNA LODESERTO

Nasce nel Suddest italico, cresce a Roma e Parigi, studia dapprima teatro, poi filosofia e fotografia - sempre in parallelo. Si laurea all’Università de La Sapienza in Estetica musicale, con una tesi in musicologia tedesca, poi in Estetica con una tesi sulla sorveglianza nello spazio urbano - contro la biopolitica. Continua gli studi conseguendo un dottorato internazionale con la tesi L'immagine e l'archivio. Archeologia del presente nell'opera di Walter Benjamin e di Michel Foucault. Svolge ricerche post-dottorali in filosofia contemporanea, storia dell'urbanismo e archeologia dei media alla Sorbona, alla Sorbonne Nouvelle e all’ENSA Malaquais. Partecipa a diverse traduzioni e antologie di filosofia contemporanea e critica cinematografica e scrive per diverse riviste cartacee e digitali, italiane ed estere. 
Studia fotografia analogica in una scuola di Arti e Mestieri di Roma, scrittura creativa alla RAI, montaggio video a Saint Denis e scrittura documentaria all’ENS Louis-Lumière, ed è stata artista residente al Bogliasco Study Center for the Arts & Humanities. Ha esposto in diverse collettive fotografiche in Italia, Francia e Inghilterra e partecipato agli esperimenti radiofonici di RADIO SONAR e RADIO INDIA, con montaggi sonori e voci scritte. Ha collaborato a MAMMA ROMA, ROMA NON ESISTE, AUGURALE e CORALE Preci, e ad alcuni dei progetti di DOM- avviati negli ultimi anni.

Si dedica altrimenti alla scrittura e produzione di documentari che sono spesso storie di case, di lotte non finite e di speculazione immobiliare. Il corto Trentasette film per una casa (2017), finalista dell’Adelio Ferrero Award, è stato presentato al 70° Locarno Film Festival e diffuso in festival americani ed europei. Le case che eravamo (2018), autoproduzione, è stato tradotto in sei lingue e proiettato in un centinaio di festival internazionali, ha vinto il premio Giovani Autori Italiani durante Venezia 76 e diversi premi per regia e montaggio in Canada, Austria, Germania, in Portogallo, negli Stati Uniti e in Italia.

Da molti anni pubblica odi ad un certo paesaggio nella Guida Bella Ai Posti Brutti: tutto quello che non c'è da vedere (un prontuario inefficace per spiriti vagabondi).

Ama i viaggi e gli archivi: l'altrove e quel che ritorna.

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