speculazione filosofica in movimento intorno al concetto di scia a cura di Leonardo Delogu e Valerio Sirna / DOM- con la partecipazione di Helene Gautier prodotto da DOM- e da Lenz Fondazione
La parola giapponese MU 無 indica assenza o mancanza, e va resa con “non c’è”. Fra i concetti filosofici esposti dal buddhismo zen, la concezione del “nulla”, cioè MU, riveste una particolare importanza; essa non può intendersi come l’assenza di una presenza - definizione tipicamente occidentale del nulla - ma indica, più specificatamente, “l’assenza contemporaneamente di esserci e non esserci”: “c’è” e “non c’è” sono contemporaneamente negati. Il nulla dello zen esclude ogni possibilità di essere determinato, ed è perciò veramente puro e intatto poiché assolutamente intangibile.
MU è un’esplorazione dentro la città di Parma, un esercizio di contemplazione e di speculazione filosofica in movimento. Si appoggia sul concetto di thinking by making, cioè sulla capacità di imparare e di elaborare pensiero a partire dall’esperienza sensibile.
A seguito di un periodo di residenza, navigando dentro le trame della città, DOM- compone un viaggio a piedi, porta il pubblico dentro quei paesaggi inattuali, volto in ombra del tempo presente, che se attentamente osservati aprono questioni profonde sul nostro abitare la terra, sul nostro essere specie umana, comunità, a volte spina della creazione, a volte espressione felice delle forze vitali.
I partecipanti saranno chiamati a mettersi in viaggio per una giornata, dentro un atto collettivo che terminerà con una cena e una festa all’aperto.
L’esperienza è concepita come un rituale urbano finalizzato a produrre una conoscenza accidentale ed esperienziale della città. Si osserverà la stratificazione di segni che occorrono in una data porzione di territorio, dai morfemi architettonici impiegati alle consuetudini abitative dei diversi occupanti umani, animali e vegetali. Si indagheranno temi quali il rapporto tra corpo e paesaggio, tra centro e periferia, tra continuità e separazione, tra spazio privato e spazio pubblico, tra realtà e proiezione della realtà. Oltre ai momenti di dialogo e riflessione, sono previste delle soste di lavoro specifico sul corpo, attraverso pratiche di percezione e di movimento.